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Il Parco delle Torres del Paine

01.05.2012 // Natura e sport

La visita al  maestoso parco delle Torres del  Paine era una delle mete che più mi attraevano del nostro viaggio all’estremo sud del Cile e dell’Argentina.

Avevo pianificato il programma in modo da trascorrere almeno un paio di giorni  nel parco. Non potendo fermarci di più, non era pensabile organizzare dei trekking che ripercorressero i magnifici sentieri che permettono di rimanere nel parco molti giorni senza mai vedere lo stesso panorama. Ci saremmo  accontentati  di ammirare le Torri dal rifugio dove avevamo prenotato già da molti mesi prima della partenza e avremmo assaporato il calare del crepuscolo sulle cime delle montagne, in mezzo alle praterie o sulle rive di uno dei laghi dalle incredibili sfumature di colore.
C’era di che pregustare un soggiorno breve, ma bellissimo.

Purtroppo la mano dell’uomo riesce a distruggere qualsiasi bellezza della natura. A fine dicembre un disastroso incendio, causato da un fuoco  lasciato incustodito, ha distrutto centinaia di ettari di parco. Quasi la metà del più bello dei parchi del Sudamerica ha bruciato per mesi, impegnando le squadre dei pompieri in una lotta contro il tempo e il vento che continuava a propagare focolai di incendi. Saremmo riusciti  almeno a vedere il  massiccio e le torri del Paine?

Fortunatamente sì. Entrando da un accesso laterale e rimanendo nella  zona non distrutta (anche se a tratti intaccata dal fuoco e  con piccoli  incendi ancora attivi) abbiamo potuto godere di una gita indimenticabile.
La giornata era straordinariamente limpida e i colori della natura brillavano, esaltandosi  l’un l’altro.
All’ingresso del parco la prima sorpresa: incontriamo diversi nandú, i piccoli struzzi americani, che si mimetizzano con il loro colore grigio polvere con il terreno arido. Nel parco gli animali sono i veri padroni e quando attraversano la strada il nostro pulmino si ferma, per non spaventarli e lasciarli passare indisturbati. Di fianco a noi vediamo spesso anche i guanachi, dai grandi occhi dolcissimi, ma non riesco a fare le foto che vorrei. Si spaventano facilmente e si allontanano veloci. Un tempo erano gli animali che popolavano tutta la Patagonia, prima di venire quasi sterminati dalla caccia e il loro posto venisse preso dalle migliaia di pecore dei grandi allevamenti.

I paesaggi sono sconfinati. Praterie aride celano laghi e lagune in cui la diversità dei minerali dona alle acque di ognuno un colore differente.  Alle spalle della Laguna Amarga, circondata da un anello bianchissimo di residui salini che contrastano con le sue acque azzurrissime, ecco finalmente il gruppo del Paine. Raramente se ne vedono le cime, spesso interamente coperte dalle nuvole. Oggi invece si mostra in tutta la sua bellezza, con le torri e le cime ricoperte di neve contro il cielo limpido.  
Il giro del parco  ci porta intorno al massiccio principale, in un continuo stupore per la bellezza davvero stupefacente di questi luoghi, maestosi e al contempo sereni, che donano un grande senso di pace e di gioiosa meraviglia.

Nomi suggestivi (Pehoé, Nordenskjold, Cabeza de Indio, Nido Negro de Condores, Monzino e De Agostini  tra gli altri) richiamano  antiche esplorazioni e ancora più antichi passaggi di tribù indigene.  Penso a quanto sarebbe appassionante ripercorrere le vicende che hanno assegnato ognuno di questi nomi proprio a quel lago, a quel passo, a quel ghiacciaio.

Prima di uscire dal parco un’ultima sorpresa. Attraversiamo un ponte sospeso sul Rio Pico, sfidando un vento tanto impetuoso da farci barcollare da un lato all’altro, cercando sostegno nelle paratie  e aggrappandoci  alle corde di acciaio per non cadere. Dall’altro lato ci aspetta una facile camminata in un bel bosco per sbucare, quasi all’improvviso, in una immensa spiaggia sul lago Grey. ai piedi di un massiccio  imponente, dalle guglie aguzze.

Lasciamo il parco a malincuore, con il fermo proposito di ritornarci  presto per immergerci nella sua natura straordinaria percorrendo i suoi meravigliosi sentieri, che lo rendono una meta di trekking assolutamente  imperdibile.

Informazioni utili

Il Parco del Paine è famoso per i suoi bellissimi circuiti di trekking, adatti ad ogni condizione fisica.
Famosissimo a livello internazionale è il circuito noto come “W” (durata da tre a sette giorni), che richiama camminatori da ogni parte del mondo per le vedute che regala.
Anche i meno atletici possono percorre alcuni itinerari, molto meno impegnativi per difficoltà e durata del tragitto, vere passeggiate tranquille ma ugualmente di grande impatto scenografico. Le mappe dei sentieri sono disponibili all’entrata del parco e nei rifugi/alberghi.

L’offerta di alloggio all’interno del parco è molto varia: dal campeggio fino all’albergo a 5 (o più) stelle.
Indispensabile, per ogni tipo di sistemazione, prenotare con largo anticipo (anche di 4-5 mesi, se si sceglie l’alta stagione, che va da dicembre a febbraio).
Anche se si programma un soggiorno rilassante, senza avventurarsi in interi giorni di cammino, è necessario tenere presente che le condizioni climatiche sono sempre molto variabili, anche nel corso della stessa giornata, passando da un cielo soleggiato a pioggia, vento e spesse coltri di nubi. Potreste rimanere bloccati dal cattivo tempo: prevedete quindi qualche giorno in più di permanenza nel parco.

Mappe, informazioni aggiornate su come raggiungere il parco e sulle possibilità di alloggio si trovano  sul sito ufficiale del parco http://parquetorresdelpaine.cl/   e sul sito  http://www.torresdelpaine.com/
Per prenotazioni di alloggio consultate i concessionari ufficiali www.verticepatagonia.cl  e www.fantasticosur.com

Per una visita in giornata si può arrivare con un tour organizzato da El Calafate, in Argentina, o da Puerto Natales, in Cile, che è la vera “porta d’ingresso” al parco.
L’agenzia di Puerto Natales con la quale abbiamo effettuato l’escursione, prevede anche la visita alla Cueva del Milodón, una impressionante caverna dove sono state ritrovati resti di un gigantesco  animale preistorico, e una sosta al caratteristico  punto di frontiera con l’Argentina, Río don Guillermo.
Nino, proprietario dell’agenzia, è una guida molto preparata, competente e attenta alle esigenze dei visitatori, cui spiega con passione le caratteristiche naturali del parco.
Per contatti   transportesninobarrientos@gmail.com , ninoefrans@hotmail.com

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Paese: Cile
Viaggio in Cile
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