Immagine tratta da godominicanrepublic.com
In Repubblica Dominicana, nel cosiddetto Llano Costero Suroriental tra le province di San Pedro de Macorís e La Romana, si apre una grotta, la Cueva de las Maravillas, che conserva interessantissime testimonianze archeologiche dei tainos, la popolazione originaria dell’isola.
Gli archeologi hanno potuto identificarla come un luogo di culto dedicato ai riti funerari, l’unico finora ritrovato nel paese.
Da un punto di vista geologico, la grotta è il risultato dell’erosione delle acque sotterranee e di movimenti tellurici e si può far risalire al Pleistocene Inferiore, all’incirca un milione di anni fa.
La sua resistenza alle migliaia di terremoti succedutisi in questo lunghissimo periodo la rende un luogo estremamente sicuro in caso di sciagure naturali e non è escluso che anche nell’antichità fosse utilizzata dagli indigeni per sfuggire alle conseguenze dei cicloni che si abbattevano sull’isola.
Addentrarsi al suo interno, ampio e sempre piacevolmente fresco e umido, dalla temperatura stabile lungo tutto l’anno, è come fare un magico viaggio a ritroso nel tempo. Le sue pareti infatti sono dipinte e incise con bellissimi disegni inerenti i riti mortuari dei taino, scoperti solo nel 1926 da esploratori dominicani. Ben 472 pittografie e 19 petroglifi, tutti risalenti a un periodo tra i 500 e gli 800 anni fa, costituiscono il tesoro nascosto, la meraviglia racchiusa in questa grotta, di cui solo una parte (240 metri sugli 800 della sua lunghezza) è stata aperta da una decina d’anni al pubblico, che ne può ammirare la bellezza attraverso visite guidate anche in francese e inglese.
Grazie alla sua facilità di accesso e alle strutture che ne permettono la visita, la grotta è diventata un’affascinante meta turistica, accessibile anche ai portatori di handicap grazie a rampe e ascensori che ne fanno l’unica grotta del paese visitabile da chi soffre di limitazioni fisiche.
