Img: http://viajesudamerica.com/quebrada-de-humahuaca-argentina/
Il nord argentino è famoso per la bellezza aspra e spettacolare dei suoi paesaggi. E’ forse meno conosciuto per le sue particolari manifestazioni culturali, tra le quali si distacca il Carnevale, festeggiato in tutte le province della regione con feste che uniscono gli elementi della cultura spagnola con quelli più tradizionali delle culture indigene.
Feste quindi particolarissime, che ogni anno richiamano un numero sempre crescente di visitatori, fino a far “collassare” le strutture ricettive locali. Anche quest’anno ci si prepara a una (molto ben accetta) “invasione” di turisti, desiderosi di godere una festa che a Tilcara dura ininterrottamente per nove giorni.
Tilcara è considerata la capitale archeologica e culturale della provincia di Jujuy, al confine con la Bolivia.
Ricca di tradizioni indigene e circondata da montagne dagli inaspettati e vivaci contrasti di colori è una apprezzatissima meta turistica. Tra paesaggi severi e imponenti a 2500 mt di altitudine, circondata da una natura arida dalla scarsa vegetazione dove si aggirano vigogne, volpi e roditori sotto lo sguardo rapace dei condor, questa cittadina d’epoca coloniale, dalle ripide vie fiancheggiate da basse case di mattoni, offre al visitatore molte attrazioni culturali.
A pochi chilometri di distanza si possono incontrare le rovine di un Pucará, ossia di una fortezza in lingua quechua, testimonianza delle primitive popolazioni della Quebrada de Humahuaca, cui fanno da sfondo le alture policrome del Cerro Morado.
Nel piccolo abitato (neppure 5000 abitanti) si trovano ben tre musei, il Museo de Pintura, un Museo de Escultura e un Museo del Carnaval, a riprova dell’importanza di questa festa nella cultura locale. Una festa che affonda le sue radici in riti millenari del nord argentino, in onore della Pachamama, la madre terra.
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I festeggiamenti iniziano con una singolare cerimonia: il “disseppellimento” del diavolo del carnevale.
Alcuni “eletti” (ormai una folla di turisti li accompagna) si recano nel luogo dove l’anno precedente era stato sotterrato il pucllay, un bambolotto a forma di diavolo, simboleggiante il sole fecondatore della terra, la Pachamama.
Tra ancestrali credenze religiose e scatenato divertimento, i festeggiamenti proseguono tra l’allegria generale. Sta iniziando l’estate e stanno arrivando le piogge. Una vera benedizione in una zona desertica. Garanzia di un altro anno di raccolto. In questo periodo l’acqua abbonda e durante il carnevale è d’obbligo bagnarsi, purificarsi.
E lasciarsi andare a balli sfrenati, il viso coperto dalla maschera del diavolo, diventare il diavolo. Nessuno sa chi è il diavolo che balla davanti a lui. Solo con la fine del carnevale, quando le maschere vengono riposte per l’anno successivo, ognuno riprende la propria identità. Nei giorni di festa il paese è abitato solo dal diavolo e dalle sue rappresentazioni.
E quando il carnevale finisce, quando la sera si tramuta in notte, un gruppo di persone si allontana dai balli, lascia cibi e bevande e ritorna a seppellire il diavolo, accompagnando il “funerale” con musiche e lamenti. Mentre il diavolo si allontana dal paese, gli vengono offerti foglie di coca, chicha (una bevanda di mais fermentato), sigarette, frutta e formaggi di capra.
Rimarrà sottoterra per un anno, per poi ritornare alla luce. Come la bella stagione, che ritornerà con il calore del sole e il sollievo delle piogge a fecondare la terra arida e a far germogliare i raccolti.
Informazioni utili
A Tilcara si può arrivare da Buenos Aires con voli interni verso l’ aeroporto di Jujuy, distante una settantina di chilometri.
Non ci sono problemi per alloggiare, gli alberghi sono piuttosto numerosi, dato il potenziale turistico della zona. Consigliabile prenotare con molto anticipo, se si vuole assistere alle feste di carnevale.
