Eravamo a Mendoza e ci è venuta l'idea di arrivare fino al confine con il Cile con un bus turistico. Si è rivelata una escursione fantastica.
Man mano che si saliva il paesaggio cambiava. Sullo sfondo le cime innevate delle montagne più alte che comparivano e scomparivano ad ogni svolta dei tornanti. In quota il terreno è diventato brullo, battuto da un vento forte e freddissimo.
La guida ci ha detto che su queste strade è passato l'esercito del generale San Martin che si dirigeva in Cile. Ho pensato a quanto penoso deve essere stato il viaggio fatto lentamente, a cavallo e a piedi, esposti alle intemperie, al gelo della notte e al vento che non smette di soffiare prepotente.
Oltre una certa quota di tanto in tanto si vedono dei piccolissimi rifugi in pietra. Tanto piccoli che è difficile vederli da lontano, mimetizzati con il colore del terreno Deve essere terribile dormirci. Ma almeno non si sente il vento.
E poi... e poi le montagne diventano incantate. Ancora più belle.
Di un rosso incredibile. O meglio, di tante sfumature di rosso, a volte impastato con il marrone e il verde. A volte solo rosso. Rosso fuoco se ci battono i raggi del sole.
E si dimentica il vento e il freddo e si rimane a bocca aperta, incantati, fermi ad ammirare tanta incredibile bellezza.