Guanajuato è la meglio conservata tra le “città dell’argento” messicane, oltre che una allegra e vivace città universitaria.
Apprezzata per la sua straordinaria architettura coloniale, ha mantenuto molto dell’aspetto originario, tanto che per i suoi pregi architettonici è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, insieme alle vicine miniere che le hanno procurato grande ricchezza nel corso dei secoli.
Un’altra sua caratteristica, che la rende pressoché unica, è la rete di strade sotterranee, veri e propri tunnel illuminati e pavimentati, dove scorre la maggior parte del traffico automobilistico. Originariamente queste gallerie vennero scavate per far defluire l’acqua del fiume Guanajuato, ma successivamente le acque vennero deviate in caverne sotterranee ed i tunnel riadattati per la viabilità. Oggi costituiscono una delle principali curiosità ed attrattive della città.
La vera gloria di Guanajuato risale però ai primi moti indipendentisti dal dominio spagnolo, iniziati con il famoso “Grito de Dolores”, dal nome di una vicina località. E’ a Guanajuato, infatti, che si trova uno dei monumenti più significativi della storia nazionale del Messico.
Fu qui che l’eroe dell’indipendenza messicana, il sacerdote Miguel Hidalgo, alla testa delle truppe ribelli diede l’assalto alla Alhóndiga de Granaditas, un antico granaio usato come fortezza dalle truppe spagnole.
Dato che risultavano inutili tutti i tentativi di conquistarla, Hidalgo pensò di bruciare il pesante portone per aprirsi un varco, e affidò l’incarico a un’altra leggendaria figura cittadina, il Pipila, un giovane lavoratore delle miniere che si era unito agli indipendentisti.
Nonostante fosse bersagliato dai proiettili nemici, l’eroico Pipila riuscì miracolosamente a portare a termine il suo compito, raggiungendo e appiccando il fuoco al portone e permettendo agli insorti di entrare nella Alhóndiga, dove un mural celebra la sua impresa (v. l'immagine di testa)
A ricordo di questo suo incredibile gesto, che permise la prima vittoria degli indipendentisti contro la Spagna, sulla collina dell’Hormiguero, è stato eretto un enorme monumento in suo onore che sovrasta la città.
Nonostante la sua gloriosa storia antispagnola, Guanajuato è nota anche per essere sede del Festival Internacional Cervantino, che ogni anno nel mese di ottobre ospita manifestazioni di arte contemporanea ispirata al grande Miguel Cervantes, il padre della più famosa opera della letteratura spagnola: il Don Quijote (Don Chisciotte), al quale la città ha dedicato un bel monumento (insieme all’inseparabile Sancho Panza e, addirittura, l’unico museo al mondo a lui dedicato!
I meriti artistici di questa bella città non si esauriscono qui. Guanajuato è anche la città natale di uno dei più famosi muralisti messicani, il grande Diego Rivera, conosciutissimo per le sue opere di forte impegno sociale che affrescano chilometri di pareti nei più importanti edifici pubblici messicani, come il celebre mural “História de México: de la Conquista al Futuro” nel Palacio Nacional della capitale.
I murales di Rivera, realizzati con una dedizione totale (pare che mangiasse e dormisse per giorni interi sulle impalcature), narrano oltre alla storia del Messico ed i suoi eroi antichi e moderni, soprattutto le vittime. I suoi dipinti vigorosi, debitori dell’esperienza artistica maturata in Europa (anche in Italia), dove conobbe e sperimentò il cubismo e il futurismo, raccontano le antiche civiltà, la conquista spagnola e gli eroi dell’indipendenza, ma anche la fatica degli umili: gli indios, i peones, i poveri e il loro duro lavoro.
La sua casa natale è diventata il Museo Casa Diego Rivera, che custodisce gli oggetti personali dell’artista ed i bozzetti di alcuni dei suoi murales più celebri.