Immagine tratta dal sito www.sanblas.net16.net
Panama è conosciuto in tutto il mondo come il paese che ospita il famosissimo canale, ma è forse meno noto come meta di un viaggio che può offrire l’occasione imperdibile di avvicinare un popolo indigeno con una cultura fra le più interessanti di tutta l’America Latina: i Kuna.
Il loro territorio, la Comarca Kuna Yala, si estende lungo la costa caraibica verso il confine con la Colombia ed è costituito da una parte di terraferma, quasi completamente coperta da foreste praticamente invalicabili, e dall’arcipelago di San Blas, 365 isole coralline, in gran parte disabitate, con lunghe distese di sabbia bianchissima, palme mosse dal vento e un mare meraviglioso che sfuma dall’azzurro intenso al turchese.
I circa 60.000 Kuna della comarca vivono in parte sulla terraferma, dove si dedicano alla caccia e all’agricoltura ma la maggioranza abita alcune delle isole in capanne di canne dal tetto di paglia.
In ogni villaggio esiste una “casa comune”, destinata alle riunioni in cui prendere le decisioni che riguardano tutta la comunità.
La loro organizzazione politica, riconosciuta dal governo di Panama fin dal 1953, è costituita da un Consiglio Generale composto dai rappresentanti di tutte le circa cinquanta comunità. Ogni adulto, uomo o donna, ha l’obbligo di partecipare alle assemblee locali che si tengono su ogni isola almeno due volte alla settimana per discutere delle questioni locali ma anche dei problemi familiari. A proposito della famiglia, è interessante notare che nella società kuna è l’uomo che, una volta sposato, si trasferisce nella casa della sposa.
Ci sarebbe molto da raccontare circa le usanze e le feste di questa popolazione collegate, come sempre presso i popoli indigeni, ai riti di passaggio dall’infanzia all’adolescenza e infine all’età matura e al conseguente matrimonio e alla procreazione.
Una usanza in particolare è molto apprezzata dai turisti.
Si tratta della confezione delle particolarissime molas, teli coloratissimi ottenuti sovrapponendo e ritagliando diversi strati di stoffa dai colori differenti fino a comporre disegni geometrici, antropomorfi o mitologici tradizionali, ma anche nuove figure tratte dalla vita quotidiana.
Questi tessuti sono talmente belli che è diventato usuale, per i turisti, acquistarli per utilizzarli come veri e propri quadri di tessuto da appendere alle pareti di casa. Tradizionalmente le molas costituiscono le parti anteriore e posteriore delle camicette indossate dalle donne kuna con una gonna blu scura dalle vistose decorazioni.
Un altro immancabile elemento dell’ abbigliamento femminile sono i gambali di perline colorate, ricamati con elaborati motivi geometrici, che vengono indossati dalle caviglie fino al ginocchio. Ma anche le braccia non sfuggono al piacere della decorazione con numerosi fili di perline di vetro, mentre orecchie e narice “ospitano” gioielli d’oro. L’anello da porre al naso, ricevuto dalle ragazze al momento del loro sviluppo, è il segno dell’avvenuta maturità sessuale e della loro disponibilità al matrimonio.
Per immergersi in questo paradiso caraibico e avvicinarsi alla cultura kuna, niente di meglio che scegliere di soggiornare presso le comunità, in una delle sistemazioni che i kuna, come altri popoli indigeni a Panama, hanno predisposte sulle isole. Si avrà così l’occasione di apprezzare la fattura del loro artigianato e osservare le loro usanze.
Non c’è che l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda le sistemazioni, che vanno dalla più spartana fino alle proposte a cinque stelle per chi non vuole rinunciare alle comodità e, sicuramente, a qualcosa di più.
Delle isole di San Blas parla anche Laglobetrotter nel suo articolo I Kuna Yala e le San Blas
"Avete presente San Blas, l’arcipelago composto da 378 isolotti – anche se le fonti in merito discordano, c’è chi ritiene siano solo 365 – che macchiano come funghi le acque turchesi del Caribe, dal Golfo di San Blas fin quasi al confine con la Colombia?"