Si è molto parlato sulla stampa della presunta “fine del mondo”, profetizzata da antichi scritti maya. Forse, più semplicemente, è solo la fine di una delle molte ere che, secondo la sapienza maya, segnano la lunga vita del mondo.
A fine dicembre non accadrà nulla di apocalittico, ma sarà l’occasione propizia per avvicinarci a una cultura ricchissima e tuttora viva proprio nel suo cuore pulsante: il Guatemala.
Vi sono molti modi di viaggiare, e questo vale per ogni destinazione si scelga. Ma quando ci si avvicina a una cultura millenaria, è ancora più importante programmare un viaggio speciale, diverso dalla routine degli spostamenti veloci tra una meta e l’altra. Un viaggio che ci permetta di entrare in contatto non solo con il passato, visitando siti archeologici e musei, ma soprattutto ci permetta l’incontro con gli esponenti di questa cultura, con le persone che la incarnano. Il nuovo viaggio messo a punto dal giovane tour operator Vuela, specializzato nei paesi del Centroamerica, soddisfa sicuramente questo obiettivo.
In un viaggio di otto giorni sono programmate le visite ai luoghi più classici (e imperdibili) del Guatemala: il famoso mercato di Chichicastenango e Antigua Guatemala, l’antica capitale distrutta da un terremoto, ma che conserva il suo fascino coloniale. Prima di arrivare ad Antigua si visita il bellissimo lago Atitlán a 1560 metri di altitudine, circondato dalle cime dei tre vulcani Atitlán, Tolimán e San Pedro , che si ergono tutti oltre i 3000 metri, e da una dozzina di villaggi indigeni lungo le sue rive. E sarà proprio in uno di questi villaggi, a San Juan la Laguna, raggiunto in barca, che si parteciperà alla significativa cerimonia della messa a dimora degli alberi, alcuni scelti dai partecipanti al viaggio che poi lasceranno il segno del proprio nahual (lo spirito vitale di ogni essere umano) su un muro del paese.
Il sesto giorno del programma prevede la visita di Yaxhá, nel Petén, un sito archeologico situato tra i laghi Yahxá e Sacnab, che con Nakum e Naranjo, forma un triangolo al cui interno si trovano altri siti, uniti tra loro da una rete di sacbeob, le tipiche strade di collegamento maya.
Il Parque Nacional Yaxhá-Nakum-Naranjo, parte della Reserva de la Biosfera Maya dalla ricca varietà animale e dalla flora esuberante e conosciuto come “il segreto meglio mantenuto del mondo maya”, comprende oltre 500 strutture tra altari, steli, campi per il gioco rituale della palla e piramidi. Nella Plaza C si ammira l’unico complesso di Piramidi Gemelle al di fuori di Tikal.
E sarà proprio Tikal a ospitare i viaggiatori il settimo e penultimo giorno del tour. Vi si arriverà infatti il 21 dicembre, giorno in cui si compie il ciclo del 12 B’aktun (ultimo ciclo breve di poco meno di 400 anni, parte del cosiddetto "ciclo del lungo computo" di 5.125 anni solari) e dal quale avrà inizio una nuova era. E quale luogo più adatto per celebrare questo passaggio epocale se non Tikal, uno dei più vasti, se non il più vasto tra i siti archeologici maya, ma soprattutto uno dei maggiori centri di potere regionali dopo la fine del Periodo Preclassico e prima di venire prepotentemente assorbito nel IV sec. d.C. dalla più grande potenza mesoamericana dell’epoca, Teotihuacan, il “luogo degli dei” o, secondo un’altra traduzione del glifo identificativo della città, “il luogo dove gli uomini diventano dei”. Con questo magnifico augurio termina il nostro viaggio: Guatemala - La nuova Era 13 B'AKTUN
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