E’ recentissima la notizia che oltre 35.000 reperti litici e di ceramica dell’antica cittadella inca di Machu Picchu e conservati alla Yale University sono stati ufficialmente riconsegnati al Perù. Si tratta dell’ultimo lotto di quanto portato negli Stati Uniti un secolo fa da Hiram Bingham, archeologo e uomo politico statunitense che amava definirsi solo “esploratore”.
Professore a Princeton, durante una missione nel 1911 scoprì le rovine di Machu Picchu e di Vilcabamba, sulle Ande peruviane.
Solo molti anni più tardi, nel 1948, pubblicò la storia della sua scoperta in La città perduta degli Inca .
Bingham però si sbagliava nel credere che Machu Picchu fosse la mitica “città perduta” di cui narrava la tradizione. Una definizione che, anche se erronea, continua a venirle attribuita ma che spetta invece a Vilcabamba, la città fatta costruire nel 1539 da Manca Inca a circa 130 km a ovest di Cuzco, e divenuta il vero ultimo rifugio dell’impero incaico fino alla sua caduta definitiva nel 1572 per mano degli spagnoli.
Un confronto con antiche lettere dei conquistatori conservate a Siviglia ha irrefutabilmente dimostrato che la posizione di Vilcabamba corrisponde a quella della città incaica trovata e distrutta dagli spagnoli sulle Ande.
Per godere dei maestosi paesaggi che ci offrono le Ande e lasciarci emozionare dalle rovine di quello che fu uno splendido impero, non abbiamo la necessità di prendere posizione nelle dispute accademiche e scegliere tra le ultime città inca. Si possono raggiungere tutte con spettacolari (e lunghi) trekking che toccano Vilcabamba, ultimo bastione della resistenza incaica, Choquequirao, il centro politico e religioso degli inca, che per quarant’anni resistettero alla conquista spagnola (v.Nuovo progetto turistico nella valle dell’Apurimac), e Machu Picchu, una delle residenze dell’imperatore Pachacutec e santuario religioso.
L’unico limite ci verrà imposto dalla resistenza di gambe e polmoni, messi a dura prova da diciassette giorni di ardue camminate su e giù per le Ande !
Informazioni utili
Se non vi siete spaventati all’idea di camminare per oltre due settimane (ma sarete ripagati da incontri emozionanti con antichi insediamenti e paesaggi stupendi), guardate il programma del circuito