Latacunga, nella Sierra a sud di Quito, è una città sulla quale incombe con la sua cima innevata il Cotopaxi, il secondo vulcano più alto del paese, ed è nota per la celebrazione della Fiesta de la Mama Negra, conosciuta anche come Fiesta de la Virgen de las Mercedes, cioè della Vergine della Misericordia, che si celebra sia il 23 e 24 settembre che l’11 novembre, in onore della conquista dell’indipendenza cittadina.
Questa devozione ha radici molto antiche e risale ai primi tempi della colonia spagnola, quando sul suolo americano giunsero i mercedari, i religiosi appartenenti alla congregazione della Virgen de las Mercedes, tanto amata da divenire la patrona di moltissime città latinoamericane, della Repubblica Domenicana e degli eserciti di Perù, Ecuador e Argentina.
Come ringraziamento per la sua intercessione in occasione di un’eruzione del Cotopaxi è nata la Festa della Mama Negra, celebrata fin dal 1786 e divenuta Patrimonio Culturale dell’Ecuador per il suo carattere interculturale: infatti alla devozione religiosa unisce l’espressione spontanea di elementi indigeni, degli afrodiscendenti e della popolazione meticcia in un riuscitissimo meticciato culturale.
In questa occasione l’intera città è coinvolta nei festeggiamenti, che prevedono cortei di maschere, danzatori e musicisti che sfilano per le strade con un passo che, con il passare delle ore, diviene sempre più incerto per le abbondanti bevute che ispirano scherzi e battute tra i partecipanti al corteo e gli spettatori che ben volentieri si lasciano coinvolgere in una grande allegria collettiva.
Le bande musicali accompagnano le Yumbadas, gruppi di danze tradizionali, affiancati da personaggi codificati dalla tradizione, come il Re Moro e i Negros Loeros, specie di poeti popolari che recitano piccoli versi tra il serio e il faceto mentre offrono liquori ai presenti; personaggi derivati dalla dominazione coloniale come il governatore, l’ambasciatore, il capitano e le Camisonas, cioè le donne dei soldati, vestite con lunghi camicioni.
La tradizione indigena è rappresentata dagli Engastadores, che ricordano i grandi personaggi dell’impero incaico; gli Huacos, sciamani vestiti di bianco che, lungo il percorso purificano gli spettatori con spruzzi d’alcol e dagli Curiquingues, gli uomini passero, che vegliano sul buon ordine del corteo, lungo il quale le Cholas Ofrenderas y Veladoras portano fiori, frutta e liquori che distribuiscono in segno digratitudine per il raccolto dell’anno trascorso e di ospitalità verso i visitatori.
Nel frattempo i negri Champuseros offrono il champuz, liquore di farina di mais dolce speziato e il Pajaso o Abanderado fa scivolare la bandiera della città sul capo dei presenti.
La tradizione cattolica è presente con El Angel de la Estrella, l’angelo della stella che, vestito di bianco e con grandi ali, cavalca recitando lodi alla Vergine.
Naturalmente il personaggio principale della festa, quello che le da il nome è la Mama Negra, un uomo vestito da donna e con una maschera nera, riccamente addobbato e ingioiellato, che cavalca facendo ballare una bambola che tiene in braccio. Nel corteo non mancano neppure i personaggi del marito e dell’amante della Mama Negra.
Ma da dove viene la tradizione di questo personaggio? Nel 1948 fu scoperta una cronaca antica che raccontava una leggenda, quella di un uomo che aveva voluto essere il Prioste Mayor della festa, cioè l’organizzatore e colui che ne doveva sostenere le spese. Ottenuto l’incarico però, si rifiutò di pagare le offerte e le decorazioni per la chiesa e il cibo e le bevande per gli invitati. Durante la notte, gli apparve il diavolo, sotto le sembianze di una donna nera con un bimbo in braccio, che lo complimentò per non aver compiuto il suo dovere. Avvisati del sogno, i suoi successori organizzarono la festa senza badare a spese e nella processione per la Vergine inserirono un nuovo personaggio: la Mama Negra.
Pur essendo diventata il cuore della festa, la Mama Negra non fa dimenticare la dovuta devozione alla Virgen de las Mercedes, che si mantiene ancora molto forte anche in Spagna, dove è nata nel ‘200, quando la penisola iberica era occupata dagli arabi. Racconta la leggenda che il primo di agosto del 1218 a Pedro Nolasco, un ricco commerciante di Barcellona, che si dedicava a riscattare i cristiani ridotti in schiavitù dai pirati saraceni che compivano scorrerie nel Mediterraneo, apparve la Vergine, chiedendogli di fondare un ordine religioso che si dedicasse esclusivamente a quest’opera di carità: l’Orden de la Virgen de la Merced de la Redención de los cristianos cautivos de Santa Eulalia de Barcelona che, fino a quando fu sconfitta la pirateria nel Mediterraneo, riscattò ben 80.000 schiavi cristiani.