Vivere l’esperienza di un soggiorno presso una comunità indigena nella selva amazzonica è possibile da qualche tempo, da quando hanno cominciato a svilupparsi diversi progetti di turismo gestito direttamente dalle comunità interessate. Questo tipo di soggiorno permette un contatto altrimenti impossibile con l’autenticità della vita quotidiana delle popolazioni indigene, che organizzano tutti gli aspetti dell’ospitalità, compresi i diversi modi in cui il turista può avvicinarsi a una cultura tanto diversa dalla propria.
A volte è anche l’occasione per un’altra presa di coscienza, più sociale e politica che culturale, quella dello sfruttamento delle risorse dei territori indigeni da parte di società quasi sempre straniere e sempre a danno (a volte a costo della vita) delle popolazioni che vi risiedono.
Il progetto turistico Sarayaku di un gruppo quechua si sviluppa in Ecuador, nella parte orientale del paese, in Amazzonia, appunto.
Per presentarlo niente di meglio che la descrizione messa a punto dagli organizzatori.
Questa "Tierra de Historia y Leyenda" (Terra di storia e leggenda) sulle rive del fiume Sarayakillu viene definita come “El lugar para sentirte más cerca del hombre … este es un viaje de aventura y cultura, un lugar para descansar y aprender mucho” (il posto per sentirti più vicino all’uomo… è un viaggio di avventura e cultura, un luogo per riposare e imparare molto).
Incuriositi da queste premesse così invitanti, continuiamo a leggere la descrizione del programma, apprendendo che si verrà ospitati in Tambo Wasi, ossia in capanne costruite con i materiali reperibili sul luogo, si dormirà su amache e ci si rifarà di qualche scomodità avendo a disposizione, oltre a una natura rigogliosissima nella quale addentrarsi (con le guide!) su sentieri ben tracciati, anche un giardino di erbe medicinali e, naturalmente, la spiaggia lungo le rive del Río Bobonaza, dove ci si potrà bagnare, pescare e andare in canoa.
Al rientro ci aspettano i piatti tipici cucinati con i prodotti della pesca o degli orti, oltre alla saporita frutta tropicale. Solo l’acqua viene rifornita dalla città più vicina per ragioni igieniche.
Per tutto il tempo del soggiorno giovani guide della comunità saranno accanto ai visitatori, accompagnandoli nelle escursioni, dando informazioni sulle piante e gli animali della foresta e sulla cultura, l’artigianato, la gastronomia di Sarayaku.
Anche arrivare al villaggio fa parte dell’avventura. Si può iniziare il viaggio a Baños, scendendo poi con un autobus di linea dai suoi 1800 mt e seguendo la gola del fiume Pastaza (con una bella visuale sul bacino amazzonico sottostante). Si può anche arrivare su un piccolo aereo da Puyo fino a Shell, dove c’è una delle piste di atterraggio amazzoniche e che si trova a circa una decina di chilometri dal nostro villaggio. In alternativa da Puyo si può scendere il fiume per un’intera giornata su una canoa. Tempi e comodità sono ovviamente diversi… a voi la scelta!
Non dimentichiamo che la comunità Sarayaku è stata protagonista di una storica decisione della Corte Interamericana de Derechos Humanos, che quest’anno ha accolto le sue richieste contro lo sfruttamento petrolifero da parte della Texaco-Chevron, condannata per i danni materiali e morali provocati dalla mancata applicazione delle misure di sicurezza nell’estrazione del petrolio e del conseguente inquinamento ambientale. Il precedente governo ecuadoriano del presidente Gutierrez aveva accordato ben otto concessioni per l’estrazione del petrolio in territori indigeni.
La storia di questo emblematico caso è stata raccontata dal cortometraggio Los Descendientes del Jaguar (Ecuador 2012) prodotto da Amnesty International e presentato al Festival Internacional de Cine Documental Encuentros del Otro Cine, una produzione della Corporación Cinememoria,creata nel 2002 per promuovere la produzione di documentari e conservare il patrimonio audio visuale dell’Ecuador.
Il film partecipa a FIDRA – Festival Internazionale del Reportage Ambientale che si terrà il 22/23/24 novembre presso Muvita ad Arenzano (Genova) in Via G. Marconi 165. l'ingresso a tutte le proiezioni e gli incontri è libero fino ad esaurimento posti.
Il pomeriggio di sabato 24 novembre sarà dedicato ai Sarayaku con il corto I discendenti del Giaguaro, la proiezione di Crude Amazon, un servizio fotografico di Massimiliano Clausi e la presentazione del progetto Yasunì‐ITT con il quale il governo dell’Ecuador vuole salvaguardare il Parco Nazionale Yasunì, una riserva ecologica amazzonica che si estende su circa 980.000 ettari di bosco umido, dichiarata dall'Unesco "Riserva Mondiale della Biosfera".
Il progetto, che sta coinvolgendo la comunità internazionale disposta a versare all’Ecuador aiuti per almeno la metà del guadagno previsto con l’estrazione del petrolio, sarà illustrato nel reportage fotografico di Massimo Clausi.
Informazioni utili
Il sito http://www.sarayaku.com/ gestito dalla comunità è ricco di informazioni e di foto. Dalle sue pagine potete contattare gli organizzatori dei soggiorni nel villaggio e informarvi sui costi e le modalità.
Sul bel sito http://sarayaku.org/ molto ricco di materiali, si possono trovare i resoconti della storica azione vinta dai Sarayaku oltre a progetti di sviluppo educativo per i giovani della comunità.
Il programma del Festival si può scaricare dal sito
http://www.fidra.org/downloads/programma_fidra_2012.pdf
Le Informazioni per raggiungere Muvita sono sulla pagina http://www.fidra.org/info.htm