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Capitán Pastene: sapori italiani nel sud del Cile

27.09.2012 // Cile

Img: www.thisischile.com

La nostra  storia comincia più di un secolo fa. Una storia non troppo vecchia, ma singolare, che si distingue da altre storie dell’emigrazione italiana in America Latina. In comune, forse, ha la sofferenza e il  disinganno dei primi arrivati.  La differenza è data dal mantenimento di cognomi, lingua, costumi e, soprattutto, gastronomia,  che a distanza di un secolo  fanno di Capitán Pastene un luogo noto nel sud del Cile per la bontà della sua cucina, risultato della fusione tra i piatti emiliani e gli ingredienti speziati degli indigeni mapuches.

Qui, fra i boschi della cordigliera di Nahuelbuta, agli inizi del ‘900 arrivarono quasi un centinaio di famiglie (ottantotto per la precisione). Tutte provenienti da Pavullo, un paese dell’Appenino emiliano.  Un gruppo omogeneo, convinto ed ingannato da un compaesano a migliorare la propria vita, a tentare ”l’avventura dell’America”. 

Ma quando giunsero in questa regione, abitata dalle popolazioni mapuches,  non trovarono né buone terre, né condizioni di vita migliori di quelle che avevano lasciato. Quello che trovarono furono pioggia e tanta fatica per poter vivere su una terra che non si poteva coltivare.

Era il 1904 e il governo cileno aveva bisogno di coloni per popolare quelle terre, abitate da indigeni che aveva faticosamente sconfitto dopo lunghe guerre. Fu così che un procacciatore senza scrupoli fece arrivare le famiglie emiliane che fondarono la Colonia Nuova Italia.Per la troppo grande distanza culturale, il  gruppo non si integrò con la popolazione locale e preservò i suoi tratti culturali, costituendo un raro caso tra le comunità di discendenti italiani in America Latina.
 Il nome attuale della comunità fu adottato qualche anno più tardi, in onore di un navigatore italiano che esplorò la costa meridionale del Cile.

Della nostalgia di quei primi coloni restano i nomi delle  strade, curiosamente mescolati con i nomi mapuches, l’architettura delle case più vecchie e della chiesa.  Della loro delusione e della durezza della loro vita resta il ricordo di due alberi, piantati per i loro discendenti su un altura dal nome evocativo:   Monte Calvario.  Del loro duro lavoro e della loro voglia di sopravvivere in un clima inospitale, resta quella che è la caratteristica per cui è nota Capitán Pastene: la preparazione dei prosciutti, affumicati con la legna odorosa dei boschi della regione e la buona cucina, che unisce gli antichi sapori a quello del mekén, un’insieme di  spezie in cui prevale il peperoncino.

Prosciutti  e salsicce sono diventati un prodotto di qualità commercializzato in tutto il Cile. Ma vale la pena di fare l’esperienza di arrivare in questo piccolo e tranquillissimo paese per gustare le diverse ricette di pasta e di dolci (oltre, ovviamente, al famoso prosciutto) preparate nelle trattorie a conduzione familiare. Ognuna con un “piatto forte” che la distingue dalle altre. Tutte da provare: paste ripiene e carni insaporite con il mekén, dolci della tradizione  italiana. E per dormire?  All’albergo Nuova Italia, naturalmente !

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Paese: Cile
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