Ai primi di dicembre il Congresso del Costa Rica ha votato all’unanimità una legge che conferma la vocazione ambientalista del paese. E’ infatti il primo paese latinoamericano a mettere al bando la caccia. Un altro importante obiettivo raggiunto nella politica di salvaguardia dell’ambiente e delle sue risorse che contraddistingue il paese centroamericano, il cui territorio è per il 25% protetto come riserva o parco nazionale.
L’iter della Ley de Conservación de la Vida Salvaje, avviato su iniziativa popolare, è durato due anni e si è concluso con l’approvazione di pene severe (fino a quattro mesi di carcere e 3000 dollari di ammenda) per chi uccide, cattura e commercia in animali di specie protette. Si spera con queste sanzioni di porre un freno al contrabbando di preziosi esemplari selvatici. In particolare felini e pappagalli rari sono molto richiesti dai collezionisti stranieri.
L’approvazione della Ley de Conservación de la Vida Salvaje è una vittoria degli ambientalisti, privati e associazioni, che da anni si impegnano affinché il governo mantenga la sua politica di rispetto e conservazione delle risorse naturali del paese.
Particolarmente attiva l’associazione Apreflofas, che negli ultimi anni ha promosso iniziative per coinvolgere i cittadini nelle sue campagne. L’associazione opera da oltre una decina d’anni anche nella formazione degli operatori del turismo rurale comunitario come alternativa per la conservazione ambientale e risorsa di sviluppo economico per le popolazioni che abitano le zone protette.
Sul sito http://apreflofas.or.cr si trovano notizie inerenti i progetti futuri e i risultati ottenuti dall’associazione.
Informazioni utili
Volendo alloggiare nelle comunità rurali che lavorano con Apreflofas (foto sul sito http://apreflofas.or.cr/spa/fotos.html) contattare http://apreflofas.or.cr/spa/documentos/turismo_rural.html