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Scienziati del Guy Harvey Research Institute e del Dipartamento per l'ambiente delle Isole Caiman hanno espresso preoccupazione per l’eccessiva diminuzione del numero di razze presenti nelle acque dell’arcipelago, ridotte al 38% del totale del 2008.
Questo particolare tipo di pesce costituisce un’attrazione turistica molto forte, la più popolare a Stingray City Sandbar, un banco di sabbia sulla costa occidentale di Grand Cayman, che prende il nome proprio dalla presenza di questi animali con i quali subacquei e semplici nuotatori sono soliti interagire. Ma sembra che siano solo gli umani a divertirsi durante questi incontri.
La drastica diminuzione delle razze in soli quattro anni pare sia dovuta, secondo i risultati delle ricerce scientifiche, proprio allo stress della troppo ravvicinata presenza dei turisti che non si limitano ad ammirarle e a giocarci alla distanza che bisognerebbe sempre tenere con gli animali selvatici, ma trattano le razze come oggetti inanimati di gioco e divertimento.
Gruppi numerosi di turisti si raccolgono per toccarle, estrarle dall’acqua tenendole per le pinne e alimentarle. Anche una dieta eccessivamente monotona, a base di gamberetti (forniti dai tour operator per richiamare gli animali) è uno dei fattori dell’indebolimento della loro salute e della difficoltà a riprodursi. E’ stato calcolato che in alcune occasioni il numero dei turisti che entrano in acqua per “giocare” con le razze sia arrivato fino a 2500 unità, alimentando un giro di affari di decine di milioni di dollari per l’economia delle Cayman.
Uno studio del 2009 ha evidenziato come la salute degli animali selvatici risente negativamente della eccessiva vicinanza con gli esseri umani, specialmente se in numero eccessivo rispetto alle capacità di assorbimento dell’ambiente naturale. Inoltre i turisti, oltre a provocare un comprensibile stress ad animali non adatti al contatto troppo ravvicinato e continuativo con l’uomo, provocano danni toccando e rischiando di ferire gli animali o nutrendoli in maniera innaturale e, infine, contagiandoli con parassiti verso i quali gli animali non sono immunizzati.
Il "turismo di vita selvatica” è un fenomeno relativamene recente ma i suoi rischi sono già stati individuati tra le popolazioni di pinguini, delfini, orsi e squali, tutte specie che attirano molti turisti.
Un turismo rispettoso della natura deve soprattutto avere come finalità la tutela e l’assoluto rispetto per l’ambiente e per gli animali che lo abitano. Esseri viventi, non oggetti di divertimento, con le proprie necessità e il diritto a non venire danneggiati da turisti falsamente “amanti della natura”.